L’apicoltura rientra fra le attività agricole di natura zootecnica – ritenuta “attività minore” con riferimento alle produzioni dirette; tuttavia di ben maggiore importanza economica in considerazione del “servizio d’impollinazione” realizzato dalle api sui fruttiferi, ortaggi, piante porta-seme ed altre – e, nello specifico, riguarda l’allevamento delle api.

Nella nostra Provincia l’apicoltura viene praticata dagli apicoltori a titolo di:

a) hobbista o amatoriale (per passione e/o altre motivazioni personali, senza tenere conto del valore economico dei prodotti, con poche unità di alveari: si consiglia a chi si avvicina per la prima volta alle api);

b) semi – professionista (come attività complementare, capace di produrre un reddito integrativo, rispetto ad un’altra svolta a titolo principale);

c) professionista (come attività principale, capace di impegnare una o più unità lavorative, finalizzata alla produzione di reddito prevalente o esclusivo per gli addetti).

COME AVVIARSI ALLA PRATICA DELL’APICOLTURA

1. Verificare l’eventuale allergia al veleno d’imenotteri (api, vespe, ecc.) presso un Centro di Allergologia Ospedaliero; in caso affermativo rinunciare all’apicoltura oppure sottoporsi ad un programma di vaccinazione preventivo (peraltro sempre utile anche per chi non è apicoltore);

2. Acquisire una sufficiente conoscenza sulla biologia delle api (ciclo vitale e riproduttivo della colonia, caratteristiche comportamentali delle api, razze, ecc.), con l’ausilio di semplici testi o di manuali “guida” (si trovano nelle librerie oppure si possono richiedere al Consorzio) e seguire, possibilmente, un apicoltore durante l’attività stagionale in apiario;

3. Avere la disponibilità, a titolo di proprietà o altro (usufrutto, affitto, comodato) di una superficie di terreno idonea alla collocazione degli alveari (postazione apiario) dotata di adeguate risorse di nettare e polline (importante: gli alveari vanno posizionati a non meno di 10 metri da strade di pubblico transito; a non meno di 5 metri dai confini di proprietà pubbliche o private e a non meno di 1 Km. da impianti industriali saccariferi; preferibilmente all’esterno dei centri abitati per evitare problemi con i vicini);

4. Acquistare, preferibilmente ad inizio primavera, 2 o 3 famiglie di api o sciami artificiali, garantiti dal punto di vista sanitario, con arnie nuove e fogli cerei “sterilizzati” di pura cera d’api;  quindi, provvedere alla denuncia degli alveari posseduti al Consorzio ed al Servizio Veterinario ASUR;

5. Nella conduzione iniziale degli alveari ricercare la collaborazione di un apicoltore dotato d’esperienza e partecipare ad uno dei Corio teorici pratici aziendali  (di formazione ed aggiornamento) tenuti annualmente dal Consorzio;

 6. Dopo aver valutato le proprie capacità nella conduzione degli alveari ed altro, decidere nel merito delle dotazioni di attrezzature per allestire un eventuale piccolo laboratorio.